Elsewhere Factory
presenta:
PORtraITS
OLTRE il ritratto
"Caratterizzati da tecniche e background fortemente diversificati,
cinque artisti emergenti accomunati dal ritratto,
inteso come strumento espressivo di partenza,
trovano nello stesso il mezzo da sfruttare, talvolta da sconvolgere,
in ogni caso da superare,
MARCO REA
PU:RE
JB ROCK
VIOLA VAROTTO
IVAN CAPONECCHI
Expo dal 10 Dicembre 2009 al 7 Gennaio 2010
presso:
LABORATORIO51
via degli Ausoni 47, San Lorenzo_ Roma
***
VERNISSAGE:
GIOVEDì 10 DICEMBRE 2009
H19
Aperitivo di vini e cibi biologici, birre artigianali
e cocktails a cura del LAB51
H22
Dj_set di LES COURGETTES ELECTRONIQUES
+guests
VisualS a cura di ZiGOTi
***
presenta:
PORtraITS
OLTRE il ritratto
"Caratterizzati da tecniche e background fortemente diversificati,
cinque artisti emergenti accomunati dal ritratto,
inteso come strumento espressivo di partenza,
trovano nello stesso il mezzo da sfruttare, talvolta da sconvolgere,
in ogni caso da superare,
proponendo un'ulteriore interpretazione di ritratto NON convenzionale."
MARCO REA
PU:RE
JB ROCK
VIOLA VAROTTO
IVAN CAPONECCHI
Expo dal 10 Dicembre 2009 al 7 Gennaio 2010
presso:
LABORATORIO51
via degli Ausoni 47, San Lorenzo_ Roma
***
VERNISSAGE:
GIOVEDì 10 DICEMBRE 2009
H19
Aperitivo di vini e cibi biologici, birre artigianali
e cocktails a cura del LAB51
H22
Dj_set di LES COURGETTES ELECTRONIQUES
+guests
VisualS a cura di ZiGOTi
***
Elsewhere Factory
www.myspace.com/theelsewherefactory
***
BIO ARTISTI:
MARCO REA
Marco Rea, artista romano, nasce nel Novembre del ‘75.
www.myspace.com/marco.rea
PU:RE
L'attitudine creativa di PU:RE si manifesta molto presto e un disegno lo testimonia: un'isola popolata di formiche omicide. Tremenda visione di un bambino di pochi anni ma che forse diventerà un leitmotiv della produzione futura che non smette di fare il punto sulle cosee sugli aspetti riposti del sentire. PU:RE è poliedrico e si diletta in tutto: esplora, colora, taglia, cuce, fotografa, compra-smonta-rimonta, suona, distrugge e trova e ricrea...ma vorrebbe fare il ballerino!Questa la sua breve storia, fra passato e presente. Allo stencil arriva per una questione pratica ed espressiva insieme: la necessità di avere un'immagine fotografica più sporca della realtà; più materica della fotografia; più personale del soggetto (che in sé perde di valore)...più veloce di qualsiasi altra tecnica.
"un discorso a lungo sviluppato tra sé e sé, che non freme per essere ascoltato. un' idea, un flusso di coscienza che diviene soliloquio e ottiene appagamento tramite il riciclo di una tavola di legno o di metallo. è un impulso non immediato e paziente, solo in parte controllabile, che genera icone, parole e colore. spray, vernice, graffite, pennarelli e pastelli sono il mezzo, il filtro tramite il quale l'energia insaziabile di un'idea si scontra e si affianca, in qualche modo si completa, con l'indiscutibile realtà di una fotografia. di una richiesta. di una faccia. una dichiarazione.
il senso, se c'è, risiede nei particolari. il messaggio è l'amore."
www.myspace.com/iam_pure
JB ROCK
www.myspace.com/jbrocktts
VIOLA VAROTTO
IVAN CAPONECCHI
www.myspace.com/
***
BIO ARTISTI:
MARCO REA
Marco Rea, artista romano, nasce nel Novembre del ‘75.
Seguendo il forte impulso che lo spinge verso l’arte, intraprende sin da subito numerosi studi nelle discipline artistiche che lo porteranno ad altrettante esperienze nel mondo del fumetto, del writing,della scenografia e in particolare della pittura.L’arte di Marco Rea mira a descrivere stati psicologici alterati, deformazioni della percezione; nuove realtà sensoriali simili a quelle che si creano nei sogni, nei ricordi, visioni che potrebberoprendere forma durante uno stato di trance o allucinazioni. Il suo lavoro nasce da immagini preesistenti, in genere appartenenti ad una produzione in serie(cartelloni pubblicitari, poster, ecc).Attraverso l’uso degli spray Marco riesce a svelare creature nascoste in quei volti che invadono la nostra vita quotidiana, trasformandoli in protagonisti di un mondo immaginato.Volti che perdono i contorni della realtà, che si materializzano nel vuoto e come sotto un effetto ipnotico, attirano totalmente l’attenzione trasmettendo un vago sentore di sublime inquietudine. Le sue opere vengono esposte in diverse gallerie europee e statunitensi e pubblicate su cataloghi d’arte e riviste quali GQ Italia, Velvet, Moonlight Art Magazine (California), FEFE’, Cronaca di Roma (suppl. al Messaggero) ecc…
PU:RE
L'attitudine creativa di PU:RE si manifesta molto presto e un disegno lo testimonia: un'isola popolata di formiche omicide. Tremenda visione di un bambino di pochi anni ma che forse diventerà un leitmotiv della produzione futura che non smette di fare il punto sulle cosee sugli aspetti riposti del sentire. PU:RE è poliedrico e si diletta in tutto: esplora, colora, taglia, cuce, fotografa, compra-smonta-rimonta, suona, distrugge e trova e ricrea...ma vorrebbe fare il ballerino!Questa la sua breve storia, fra passato e presente. Allo stencil arriva per una questione pratica ed espressiva insieme: la necessità di avere un'immagine fotografica più sporca della realtà; più materica della fotografia; più personale del soggetto (che in sé perde di valore)...più veloce di qualsiasi altra tecnica.
"un discorso a lungo sviluppato tra sé e sé, che non freme per essere ascoltato. un' idea, un flusso di coscienza che diviene soliloquio e ottiene appagamento tramite il riciclo di una tavola di legno o di metallo. è un impulso non immediato e paziente, solo in parte controllabile, che genera icone, parole e colore. spray, vernice, graffite, pennarelli e pastelli sono il mezzo, il filtro tramite il quale l'energia insaziabile di un'idea si scontra e si affianca, in qualche modo si completa, con l'indiscutibile realtà di una fotografia. di una richiesta. di una faccia. una dichiarazione.
il senso, se c'è, risiede nei particolari. il messaggio è l'amore."
[Elsewhere Factory]
www.myspace.com/iam_pure
JB ROCK
(25 giugno 1979 Roma)
Intermittenze di strada, esperienze intime, spiritualità ed una forte costruzione tecnica, questi sono alcuni degli elementi che danno forma e vita all’opera di JBRock. Una coscienza artistica al limite tra l’insider e soprattutto l’outsider, non solo come creativo sulla strada, ma come interprete della strada e dei suoi abitanti, ha saputo cogliere gli stati d’animo che affliggono e di rado allietano la nostra società. Quello di JB è un percorso antropologico vissuto in prima persona e basato sulle emozioni, riportate su tela o qualunque altro supporto conquistato o acquistato.
Un’opera che si nutre degli emblemi del presente, delle incognite del futuro e della certezza del passato, vacillando da un’atmosfera borderline ad una più classicamente tardo antico, contraddistinta dall’uso frequente dei richiami al mondo classico, utilizzando un frasario di lingua latina. La donna, tra i soggetti più descritti nei suoi lavori, è fantasticamente imprigionata in fitti stilemi decorativi di carattere naturalistico, memoria dell’Art Nouveau che aiuta l’artista a creare maggiore introspezione alle espressioni di piacere e nostalgia che assumono i volti tesi o rilassati che lui offre allo spettatore, come possibilità di conoscenza di una sensibilità labile, oggi universale. La necessità di produrre arte in particolare sul tessuto urbano, contraddistingue la scala di valori di cui la sua opera pulsa; la città come scenario di continui accadimenti, notturna, poetica e fluttuante, fagocitante di passioni e depressioni. Questa realtà intima che trasformata in opera d’arte rispecchia l’alternanza di stati di gioia e rabbia che convivono in ognuno di noi, si alterna ad una produzione più strettamente storica, sociale e politica che vede tra i soggetti del suo lavoro personaggi pubblici che condizionano o hanno condizionato l’estetica e la mentalità comune. La sua ricerca parte dal lettering ed approda alla figura umana, l’immaginifico è strettamente correlato alla grafica, alla grafia, alla firma. Quest’ultima componente concettualmente è profondamente legata alla tag che denota lo stato d’anonimato tipico dei creativi che insediano illegalmente gli spazi pubblici, non è rappresentativa come atto conclusivo dell’opera, ma è opera di per sé, vive di luce riflessa, dell’autonomia conquistata sulla strada, dove JB si è fatto “pubblicità” grazie anche all’utilizzo dello sticker. L’ambiente dove l’artista ha dato vita alla sua formazione, è quello della città eterna, sarà insieme ai volti più o meno noti dei writers dei primissimi anni novanta che comincia ad invadere l’urbe, un inizio determinato dall’uso dello spray che probabilmente non abbandonerà mai, JB non è catalogabile nel più ristretto panorama del writing, ma ad un sincero attaccamento a pensieri dai toni forti e dissociati dal sistema. Nella sua ricerca convivono un forte autobiografismo, un profondo desiderio di raccontarsi e mantenere vivo il ricordo attraverso l’immagine, similmente ad un percorso terapeutico dove l’esternazione vulcanica si trasforma in compartimenti che in JB non divengono mai stagni. I soggetti sono di frequente degli spiriti o dei mostri dell’anima che prendono forma, articolano la loro vita su poster, tele... L’artista nella sua formazione ha cercato di accettare i propri confini, di studiare i suoi limiti e fino ad oggi ha trovato il sistema per superarli, il suo antidoto è la verità, intesa come forma estrema di sincerità emotiva, un profondo attaccamento alla realtà ed alle fantasie che solo grazie a quest’ultima possono prendere forma. Realtà e fantasia si miscelano divenendo un’unica verità, emblema delle sue creazioni. Il sottile confine tra puro e perverso è immediatamente sfatato dall’elemento verità, che palesa una presa di coscienza di un bipolarismo che regna nell’animo di ognuno. Innocente desiderio e bramosie convivono spiritualmente nel suo lavoro, senza mai celare nessuna emozione, riesce ad essere diretto e vero, inoltre è un perfetto narratore delle “psicofantaossessioni” contemporanee. La scrittura intesa come sapienza, aiuta l’opera ad assumere un tono di verità assoluta, le frasi in latino conferiscono alla sua espressione la facoltà di sembrare di esistere dai tempi dei tempi, classicità convalidata dalla ricerca incentrata sui grandi quesiti filosofici dell’esistere e del divenire nel destino che ci attraversa quotidianamente. Vive e lavora a Roma .
Un’opera che si nutre degli emblemi del presente, delle incognite del futuro e della certezza del passato, vacillando da un’atmosfera borderline ad una più classicamente tardo antico, contraddistinta dall’uso frequente dei richiami al mondo classico, utilizzando un frasario di lingua latina. La donna, tra i soggetti più descritti nei suoi lavori, è fantasticamente imprigionata in fitti stilemi decorativi di carattere naturalistico, memoria dell’Art Nouveau che aiuta l’artista a creare maggiore introspezione alle espressioni di piacere e nostalgia che assumono i volti tesi o rilassati che lui offre allo spettatore, come possibilità di conoscenza di una sensibilità labile, oggi universale. La necessità di produrre arte in particolare sul tessuto urbano, contraddistingue la scala di valori di cui la sua opera pulsa; la città come scenario di continui accadimenti, notturna, poetica e fluttuante, fagocitante di passioni e depressioni. Questa realtà intima che trasformata in opera d’arte rispecchia l’alternanza di stati di gioia e rabbia che convivono in ognuno di noi, si alterna ad una produzione più strettamente storica, sociale e politica che vede tra i soggetti del suo lavoro personaggi pubblici che condizionano o hanno condizionato l’estetica e la mentalità comune. La sua ricerca parte dal lettering ed approda alla figura umana, l’immaginifico è strettamente correlato alla grafica, alla grafia, alla firma. Quest’ultima componente concettualmente è profondamente legata alla tag che denota lo stato d’anonimato tipico dei creativi che insediano illegalmente gli spazi pubblici, non è rappresentativa come atto conclusivo dell’opera, ma è opera di per sé, vive di luce riflessa, dell’autonomia conquistata sulla strada, dove JB si è fatto “pubblicità” grazie anche all’utilizzo dello sticker. L’ambiente dove l’artista ha dato vita alla sua formazione, è quello della città eterna, sarà insieme ai volti più o meno noti dei writers dei primissimi anni novanta che comincia ad invadere l’urbe, un inizio determinato dall’uso dello spray che probabilmente non abbandonerà mai, JB non è catalogabile nel più ristretto panorama del writing, ma ad un sincero attaccamento a pensieri dai toni forti e dissociati dal sistema. Nella sua ricerca convivono un forte autobiografismo, un profondo desiderio di raccontarsi e mantenere vivo il ricordo attraverso l’immagine, similmente ad un percorso terapeutico dove l’esternazione vulcanica si trasforma in compartimenti che in JB non divengono mai stagni. I soggetti sono di frequente degli spiriti o dei mostri dell’anima che prendono forma, articolano la loro vita su poster, tele... L’artista nella sua formazione ha cercato di accettare i propri confini, di studiare i suoi limiti e fino ad oggi ha trovato il sistema per superarli, il suo antidoto è la verità, intesa come forma estrema di sincerità emotiva, un profondo attaccamento alla realtà ed alle fantasie che solo grazie a quest’ultima possono prendere forma. Realtà e fantasia si miscelano divenendo un’unica verità, emblema delle sue creazioni. Il sottile confine tra puro e perverso è immediatamente sfatato dall’elemento verità, che palesa una presa di coscienza di un bipolarismo che regna nell’animo di ognuno. Innocente desiderio e bramosie convivono spiritualmente nel suo lavoro, senza mai celare nessuna emozione, riesce ad essere diretto e vero, inoltre è un perfetto narratore delle “psicofantaossessioni” contemporanee. La scrittura intesa come sapienza, aiuta l’opera ad assumere un tono di verità assoluta, le frasi in latino conferiscono alla sua espressione la facoltà di sembrare di esistere dai tempi dei tempi, classicità convalidata dalla ricerca incentrata sui grandi quesiti filosofici dell’esistere e del divenire nel destino che ci attraversa quotidianamente. Vive e lavora a Roma .
[Marta Gargiulo]
www.myspace.com/jbrocktts
VIOLA VAROTTO
infos
twentynine.5.nineteeneightytwo | Milan
history+information | University | Cagliari
photography and visual design | NABA + Forma Fotografia | Milan
personal exhibition
.INDIA | Galleria Stazione Marittima| April 2008 | Cagliari, Italy
collective exhibition
FOTOGRAFICA | Forma Fotografia | November 2009 | Milan, Italy
NOTHING TO SEE HERE | art free press | October 2009 | Milan, Italy
SULLA TERRA LEGGERI | Borgo | July 2009 | Argentiera (SS), Italy
CAMPIONAU SARDU DE SA MURRA | Orthullè | August 2009 | Urzulei (CA), Italy
ALTRACULTURA | Portrait Cafè | May 2009 | La Spezia, Italy
SHAKER | Il Circolo degli Artisti | May 2009 | Rome, Italy
mostraMI | Spazio Eventi | January 2009 | Milan, Italy
PERCEPTI_ON! | Fabrik Club | December 2008 | Cagliari, Italy
ISOLA SENZA CONFINI | L' Antico Teatro | September 2008 | Isola di Sant'Antioco, Italy
IVAN CAPONECCHI
Nato a Roma nel 1979 fin da giovanissimo si differenzia verso uno spiccato talento diretto alle Arti visive, Nel 1995 abbandona gli studi per intraprendere una carriera Artistica che lo porterà in un percorso di sperimentazione fra la Pittura e la Fotografia, interagendo con altre forme d' Arte come la Musica e il Teatro nel 2006 la sua influenza maggiore si espande con la Performance Art, attraversando percorsi di estemporanee mentali durante le quali lui stesso si definisce un Indisciplinato dell' Arte In ricerca sperimentale di nuove ed alternative forme di comunicazione.
"" Chiuso fuori da ogni fatiscente ricerca di una "soluzione dell' Arte"
concedo autonomia al mio corpo
...seminando chiavi...
...apro le mie porte al mio mondo...
...con la terra do colore al mio corpo...
...con il corpo do forma alle mie visioni...""
***
Elsewhere Factory
"" Chiuso fuori da ogni fatiscente ricerca di una "soluzione dell' Arte"
concedo autonomia al mio corpo
...seminando chiavi...
...apro le mie porte al mio mondo...
...con la terra do colore al mio corpo...
...con il corpo do forma alle mie visioni...""
[Ivan Caponecchi]
***
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1 commento:
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