lunedì 19 aprile 2010

XII SETTIMANA DELLA CULTURA (16-25 APRILE 2010)

L'evento culturale più atteso dell’anno:

la XII Settimana della Cultura


Il MiBAC apre gratuitamente, per dieci giorni (dal 16 aprile – 25 aprile 2010), tutti i luoghi statali dell’arte: monumenti, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche con grandi eventi diffusi su tutto il territorio.



Il Museo Civico Archeologico “Lavinium” di Pomezia aderisce all’iniziativa offrendo a tutti i visitatori l’ingresso gratuito dal 16 al 25 Aprile 2010.



Orari d'apertura Museo "Lavinium":
martedì - mercoledì - giovedì: 10.00-13.00
venerdì - sabato - domenica:10.00-13.00/15.00-19.00
lunedì chiuso



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Museo Archeologico Lavinium - Città di Pomezia
Via Pratica di Mare (località Borgo di Pratica)
00040 Pomezia (RM)
tel/fax 06-91984744
www.museopomezia.it
e-mail: museo.lavinium@yahoo.it

venerdì 26 marzo 2010

30 Marzo 2010: il 5° compleanno del Museo Lavinium.

Il 30 Marzo prossimo presso il Museo Civico Archeologico “Lavinium” di Pomezia si terrà una manifestazione in occasione dei cinque anni di apertura del Museo. Per le ore 17:00 è prevista una conferenza in cui si parlerà dell’attività culturale svolta dal Museo nei suoi cinque anni di vita.

Seguirà, alle ore 17:45, un concerto di musica classica “Il Piccolo Carro…in classica”, di Laura e Nicoletta Pignataro (duo per violino e viola) e di Flavia Magliacani e Sergio Perantoni (flauto e fagotto) curato dall’Associazione Culturale il Piccolo Carro.

La manifestazione si chiuderà con “Le donne latine rendono omaggio a Minerva”, un corteo storico organizzato dall’Associazione Culturale Tyrrhenum durante il quale le donne abbigliate alla maniera antica deporranno doni davanti la statua della dea Minerva Tritonia conservata nel Museo.

All’evento interverrà il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco.

Museo Archeologico “Lavinium”

Città di Pomezia

martedì 16 febbraio 2010

Festa delle Biblioteche

Seconda Festa delle Biblioteche, dei Musei e degli Archivi del Lazio:

ingresso libero al Museo “Lavinium”


Il Museo Civico Archeologico “Lavinium” di Pomezia partecipa alla Seconda Festa delle Biblioteche, dei Musei e degli Archivi del Lazio organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio nei giorni 18, 19, 20 e 21 Febbraio 2010, offrendo l’ingresso gratuito a tutti coloro che vogliono visitare il suo innovativo spazio espositivo, una perfetta interazione tra antichi reperti e tecnologie multimediali.

Questa manifestazione nasce nel Marzo 2009, quando per la prima volta gli operatori dei servizi culturali (musei, biblioteche e archivi) del Lazio, si sono incontrati presso l’ex GIL in Trastevere (RM) per promuovere la propria attività, inaugurando così una stagione di incontri con cadenza annuale, finalizzati alla promozione del patrimonio culturale della nostra regione ed al prezioso scambio di esperienze tra il territorio, i servizi culturali, gli Enti Locali e i cittadini.

Il 18 Febbraio si darà il via a questa manifestazione con un incontro che si terrà presso l’ex GIL di Trastevere in Roma, in occasione del quale si presenterà il programma dell’intera manifestazione e gli operatori museali, veri protagonisti della gestione dei servizi sul territorio, faranno il punto della situazione sull’andamento della propria attività.

Nei tre giorni che seguiranno, i servizi delle varie province che hanno aderito all’iniziativa (province di Viterbo, Rieti, Roma, Latina, Frosinone) potranno far conoscere al pubblico il proprio lavoro.

19, 20 e 21 Febbraio 2010

Museo Civico Archeologico “Lavinium” di Pomezia

Ingresso gratuito.

lunedì 1 febbraio 2010

Claudia Padoan

Tra Scultura e Performance

di Claudia Padoan

4 Febbraio ore 18.30



La Magnolia, spazio espositivo dell’Area Cultura della Casa Internazionale delle Donne, presenta l’esposizione delle opere della giovane artista Claudia Padoan.

Un percorso tra scultura e performance dove il corpo dell’artista diventa un prolungamento delle sue sculture.

Claudia Padoan nasce a Roma nel 1983. Nel 2002 si iscrive al corso di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2003 prosegue i suoi studi in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2006 frequenta la Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnico de San Carlo, Valencia (Spagna), approfondendo un percorso performativo già iniziato nel 2005.

Tra le collettive:

“LegAmi, un segno nel parco”, Antica cava del Barco, Tivoli (RM), Work-shop;

“Action in the box”, galleria Plano B, ADA European Festival in Action, Oporto, (Portogallo);

“Foro International Infancia y Violencia”, Centro Reina Sofìa, Valencia (Spagna);

“Artemisia 2007 - 2008 Opera Bosco”, Museo di Arte nella Natura, Calcata (VT), Work-shop;

“Arte nella Natura e la Natura nell’Arte”, Villa Torlonia, patio Casina delle Civette, (RM);

Festival “Arte en Predicado, encuentro de Performance”, San Cristobal de La Laguna, de Santa Cruz de Tenerife, (Spagna);

“ADA II European Festival in Action”, Valencia, (Spagna);

“MOLISECINEMA”, Casacalenda, (Molise), sezione video arte;

“20eventi Arte Contemporanea in Sabina”, Roma;

“Arte in 2nd floor”, Temple University, Rome Campus (RM).

Nel 2009 si Diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arte di Roma.

Attualmente vive e lavora a Roma.


Claudia Padoan, giovane artista performer romana, da sempre si è interrogata su ciò che il corpo poteva comunicare. In linea con una ricerca artistica che vede nelle performance di Ana Mendieta un punto di riferimento fondamentale, il corpo di Claudia Padoan è una sorta dioggetto staccato dalla sua testa, che vive di emozioni e sofferenze totalmente autonome e rivela un linguaggio specifico, irriducibile ad altri. Fin dalla prima performance Gabbie e Scatole (2005) a Mi lavo i sogni(2008), e in ultimo a Comprimida, (2008) l’artista ha sottolineato un’affermazione identitaria del corpo come censura dell’Io sociale: corpo come luogo del femminile e del materno, spazio di decostruzione e soprattutto di rigenerazione. E’ un qualcosa che si svuota o si riempie. Un percorso analogo l’artista l’ha compiuto nel lavoro scultoreo: le sue opere da Sogni in poi, realizzate con fil di ferro o rami di salice, appaiono come fragili forme embrionali in equilibrio precario, ondeggiano all’aria, nella natura, svuotate della corporeità. E’ interessante osservare la sequenza dei disegni preparatori delle opere attraverso i quali assistiamo al progressivo annullamento della tridimensionalità plastica per giungere a sottili fili che evocano e non costruiscono il corpo. L’assoluta predominanza della materia della performance si trasforma nelle sculture in leggerezza e trasparenza delle forme.

Tiziana Musi


“Mi ha sempre affascinato il ferro,

materiale dai toni freddi inizialmente

poi il tempo lo scalfisce, lo trasforma nella struttura e nei colori, rossi vibranti.

Iniziai a tessere fil di ferro nel 2005 durante una performance dal titolo Gabbie e Scatole.

Costruii una gabbia al centro di una vallata incolta,

esprimendo la paura che si nasconde all’interno di spazi che hai ben definito nella mente.

Nel 2006 creai la prima scultura di una lunga serie intitolata Sogni

le forme arrotondate e il processo di tessitura riportavano ad un immaginario femminile.

Tessevo per ore ed ore e la ripetitività del gesto scandiva il tempo.

Viscere è l’ultima scultura di questa serie. Come descrive il suo titolo

questa s’insinua nelle profondità,

come un rizoma.

Le mie Sculture in fil di ferro vivono di sospensione

Custodiscono memoria e pensiero, proteggono allo stesso tempo come un grembo materno,

fili e fili che legano affettività e perdite.”

Claudia Padoan


La mostra rimarrà aperta fino al 25 Febbraio.



La Magnolia

Casa Internazionale delle Donne

Via della Lungara, 19

06 68193001

areacultura.cidd@tiscali.it

www.casainternazionaledelledonne.org

giovedì 28 gennaio 2010

Tra Scultura e Performance

Tra Scultura e Performance

di Claudia Padoan

4 Febbraio ore 18.30

La Magnolia, spazio espositivo dell’Area Cultura della Casa Internazionale delle Donne, presenta l’esposizione delle opere della giovane artista Claudia Padoan.

Un percorso tra scultura e performance dove il corpo dell’artista diventa un prolungamento delle sue sculture.

Claudia Padoan nasce a Roma nel 1983. Nel 2002 si iscrive al corso di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2003 prosegue i suoi studi in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2006 frequenta la Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnico de San Carlo, Valencia (Spagna), approfondendo un percorso performativo già iniziato nel 2005.

Tra le collettive:

“LegAmi, un segno nel parco”, Antica cava del Barco, Tivoli (RM), Work-shop;

“Action in the box”, galleria Plano B, ADA European Festival in Action, Oporto, (Portogallo);

“Foro International Infancia y Violencia”, Centro Reina Sofìa, Valencia (Spagna);

“Artemisia 2007 - 2008 Opera Bosco”, Museo di Arte nella Natura, Calcata (VT), Work-shop;

“Arte nella Natura e la Natura nell’Arte”, Villa Torlonia, patio Casina delle Civette, (RM);

Festival “Arte en Predicado, encuentro de Performance”, San Cristobal de La Laguna, de Santa Cruz de Tenerife, (Spagna);

“ADA II European Festival in Action”, Valencia, (Spagna);

“MOLISECINEMA”, Casacalenda, (Molise), sezione video arte;

“20eventi Arte Contemporanea in Sabina”, Roma;

“Arte in 2nd floor”, Temple University, Rome Campus (RM).

Attualmente vive e lavora a Roma.

“Mi ha sempre affascinato il ferro,

materiale dai toni freddi inizialmente

poi il tempo lo scalfisce, lo trasforma nella struttura e nei colori, rossi vibranti.

Iniziai a tessere fil di ferro nel 2005 durante una performance dal titolo Gabbie e Scatole.

Costruì una gabbia al centro di una vallata incolta,

esprimendo la paura che si nasconde all’interno di spazi che hai ben definito nella mente.

Nel 2006 creai la prima scultura di una lunga serie intitolata Sogni

le forme arrotondate e il processo di tessitura riportavano ad un immaginario femminile.

Tessevo per ore ed ore e la ripetitività del gesto scandiva il tempo.

Viscere è l’ultima scultura di questa serie. Come descrive il suo titolo

questa s’insinua nelle profondità,

come un rizoma.

Le mie Sculture in fil di ferro vivono di sospensione

Custodiscono memoria e pensiero, proteggono allo stesso tempo come un grembo materno,

fili e fili che legano affettività e perdite.”

Claudia Padoan

mercoledì 2 dicembre 2009

PORtraITS

Elsewhere Factory
presenta:

PORtraITS

OLTRE il ritratto



"Caratterizzati da tecniche e background fortemente diversificati,
cinque artisti emergenti accomunati dal ritratto,
inteso come strumento espressivo di partenza,
trovano nello stesso il mezzo da sfruttare, talvolta da sconvolgere,
in ogni caso da superare,
proponendo un'ulteriore interpretazione di ritratto NON convenzionale."


MARCO REA

PU:RE

JB ROCK

VIOLA VAROTTO

IVAN CAPONECCHI


Expo dal 10 Dicembre 2009 al 7 Gennaio 2010


presso:
LABORATORIO51
via degli Ausoni 47, San Lorenzo_ Roma

***

VERNISSAGE:
GIOVEDì 10 DICEMBRE 2009

H19
Aperitivo di vini e cibi biologici, birre artigianali
e cocktails a cura del LAB51

H22
Dj_set di LES COURGETTES ELECTRONIQUES
+guests

VisualS a cura di ZiGOTi


***


Elsewhere Factory

www.myspace.com/theelsewherefactory

***



BIO ARTISTI:



MARCO REA
Marco Rea, artista romano, nasce nel Novembre del ‘75.
Seguendo il forte impulso che lo spinge verso l’arte, intraprende sin da subito numerosi studi nelle discipline artistiche che lo porteranno ad altrettante esperienze nel mondo del fumetto, del writing,della scenografia e in particolare della pittura.L’arte di Marco Rea mira a descrivere stati psicologici alterati, deformazioni della percezione; nuove realtà sensoriali simili a quelle che si creano nei sogni, nei ricordi, visioni che potrebberoprendere forma durante uno stato di trance o allucinazioni. Il suo lavoro nasce da immagini preesistenti, in genere appartenenti ad una produzione in serie(cartelloni pubblicitari, poster, ecc).Attraverso l’uso degli spray Marco riesce a svelare creature nascoste in quei volti che invadono la nostra vita quotidiana, trasformandoli in protagonisti di un mondo immaginato.Volti che perdono i contorni della realtà, che si materializzano nel vuoto e come sotto un effetto ipnotico, attirano totalmente l’attenzione trasmettendo un vago sentore di sublime inquietudine. Le sue opere vengono esposte in diverse gallerie europee e statunitensi e pubblicate su cataloghi d’arte e riviste quali GQ Italia, Velvet, Moonlight Art Magazine (California), FEFE’, Cronaca di Roma (suppl. al Messaggero) ecc…

www.myspace.com/marco.rea


PU:RE

L'attitudine creativa di PU:RE si manifesta molto presto e un disegno lo testimonia: un'isola popolata di formiche omicide. Tremenda visione di un bambino di pochi anni ma che forse diventerà un leitmotiv della produzione futura che non smette di fare il punto sulle cosee sugli aspetti riposti del sentire. PU:RE è poliedrico e si diletta in tutto: esplora, colora, taglia, cuce, fotografa, compra-smonta-rimonta, suona, distrugge e trova e ricrea...ma vorrebbe fare il ballerino!Questa la sua breve storia, fra passato e presente. Allo stencil arriva per una questione pratica ed espressiva insieme: la necessità di avere un'immagine fotografica più sporca della realtà; più materica della fotografia; più personale del soggetto (che in sé perde di valore)...più veloce di qualsiasi altra tecnica.

"un discorso a lungo sviluppato tra sé e sé, che non freme per essere ascoltato.
 un' idea, un flusso di coscienza che diviene soliloquio e ottiene 
appagamento tramite il riciclo di una tavola di legno o di metallo. 
è un impulso non immediato e paziente,
solo in parte controllabile, 
che genera icone, parole e colore.
 spray, vernice, graffite, pennarelli e pastelli sono il mezzo, 
il filtro tramite il quale l'energia insaziabile di un'idea si scontra e si affianca, 
in qualche modo si completa, con l'indiscutibile realtà di una fotografia. di una richiesta. di una faccia. una dichiarazione.

il senso, se c'è, risiede nei particolari. 
il messaggio è l'amore."

[Elsewhere Factory]

www.myspace.com/iam_pure


JB ROCK

(25 giugno 1979 Roma)
Intermittenze di strada, esperienze intime, spiritualità ed una forte costruzione tecnica, questi sono alcuni degli elementi che danno forma e vita all’opera di JBRock. Una coscienza artistica al limite tra l’insider e soprattutto l’outsider, non solo come creativo sulla strada, ma come interprete della strada e dei suoi abitanti, ha saputo cogliere gli stati d’animo che affliggono e di rado allietano la nostra società. Quello di JB è un percorso antropologico vissuto in prima persona e basato sulle emozioni, riportate su tela o qualunque altro supporto conquistato o acquistato.
Un’opera che si nutre degli emblemi del presente, delle incognite del futuro e della certezza del passato, vacillando da un’atmosfera borderline ad una più classicamente tardo antico, contraddistinta dall’uso frequente dei richiami al mondo classico, utilizzando un frasario di lingua latina. La donna, tra i soggetti più descritti nei suoi lavori, è fantasticamente imprigionata in fitti stilemi decorativi di carattere naturalistico, memoria dell’Art Nouveau che aiuta l’artista a creare maggiore introspezione alle espressioni di piacere e nostalgia che assumono i volti tesi o rilassati che lui offre allo spettatore, come possibilità di conoscenza di una sensibilità labile, oggi universale. La necessità di produrre arte in particolare sul tessuto urbano, contraddistingue la scala di valori di cui la sua opera pulsa; la città come scenario di continui accadimenti, notturna, poetica e fluttuante, fagocitante di passioni e depressioni. Questa realtà intima che trasformata in opera d’arte rispecchia l’alternanza di stati di gioia e rabbia che convivono in ognuno di noi, si alterna ad una produzione più strettamente storica, sociale e politica che vede tra i soggetti del suo lavoro personaggi pubblici che condizionano o hanno condizionato l’estetica e la mentalità comune. La sua ricerca parte dal lettering ed approda alla figura umana, l’immaginifico è strettamente correlato alla grafica, alla grafia, alla firma. Quest’ultima componente concettualmente è profondamente legata alla tag che denota lo stato d’anonimato tipico dei creativi che insediano illegalmente gli spazi pubblici, non è rappresentativa come atto conclusivo dell’opera, ma è opera di per sé, vive di luce riflessa, dell’autonomia conquistata sulla strada, dove JB si è fatto “pubblicità” grazie anche all’utilizzo dello sticker. L’ambiente dove l’artista ha dato vita alla sua formazione, è quello della città eterna, sarà insieme ai volti più o meno noti dei writers dei primissimi anni novanta che comincia ad invadere l’urbe, un inizio determinato dall’uso dello spray che probabilmente non abbandonerà mai, JB non è catalogabile nel più ristretto panorama del writing, ma ad un sincero attaccamento a pensieri dai toni forti e dissociati dal sistema. Nella sua ricerca convivono un forte autobiografismo, un profondo desiderio di raccontarsi e mantenere vivo il ricordo attraverso l’immagine, similmente ad un percorso terapeutico dove l’esternazione vulcanica si trasforma in compartimenti che in JB non divengono mai stagni. I soggetti sono di frequente degli spiriti o dei mostri dell’anima che prendono forma, articolano la loro vita su poster, tele... L’artista nella sua formazione ha cercato di accettare i propri confini, di studiare i suoi limiti e fino ad oggi ha trovato il sistema per superarli, il suo antidoto è la verità, intesa come forma estrema di sincerità emotiva, un profondo attaccamento alla realtà ed alle fantasie che solo grazie a quest’ultima possono prendere forma. Realtà e fantasia si miscelano divenendo un’unica verità, emblema delle sue creazioni. Il sottile confine tra puro e perverso è immediatamente sfatato dall’elemento verità, che palesa una presa di coscienza di un bipolarismo che regna nell’animo di ognuno. Innocente desiderio e bramosie convivono spiritualmente nel suo lavoro, senza mai celare nessuna emozione, riesce ad essere diretto e vero, inoltre è un perfetto narratore delle “psicofantaossessioni” contemporanee. La scrittura intesa come sapienza, aiuta l’opera ad assumere un tono di verità assoluta, le frasi in latino conferiscono alla sua espressione la facoltà di sembrare di esistere dai tempi dei tempi, classicità convalidata dalla ricerca incentrata sui grandi quesiti filosofici dell’esistere e del divenire nel destino che ci attraversa quotidianamente. Vive e lavora a Roma .
[Marta Gargiulo]

www.myspace.com/jbrocktts


VIOLA VAROTTO

infos
twentynine.5.nineteeneightytwo | Milan
history+information | University | Cagliari
photography and visual design | NABA + Forma Fotografia | Milan

personal exhibition
.INDIA | Galleria Stazione Marittima| April 2008 | Cagliari, Italy

collective exhibition
FOTOGRAFICA | Forma Fotografia | November 2009 | Milan, Italy
NOTHING TO SEE HERE | art free press | October 2009 | Milan, Italy
SULLA TERRA LEGGERI | Borgo | July 2009 | Argentiera (SS), Italy
CAMPIONAU SARDU DE SA MURRA | Orthullè | August 2009 | Urzulei (CA), Italy
ALTRACULTURA | Portrait Cafè | May 2009 | La Spezia, Italy
SHAKER | Il Circolo degli Artisti | May 2009 | Rome, Italy
mostraMI | Spazio Eventi | January 2009 | Milan, Italy
PERCEPTI_ON! | Fabrik Club | December 2008 | Cagliari, Italy
ISOLA SENZA CONFINI | L' Antico Teatro | September 2008 | Isola di Sant'Antioco, Italy


IVAN CAPONECCHI

Nato a Roma nel 1979 fin da giovanissimo si differenzia verso uno spiccato talento diretto alle Arti visive, Nel 1995 abbandona gli studi per intraprendere una carriera Artistica che lo porterà in un percorso di sperimentazione fra la Pittura e la Fotografia, interagendo con altre forme d' Arte come la Musica e il Teatro nel 2006 la sua influenza maggiore si espande con la Performance Art, attraversando percorsi di estemporanee mentali durante le quali lui stesso si definisce un Indisciplinato dell' Arte In ricerca sperimentale di nuove ed alternative forme di comunicazione.

"" Chiuso fuori da ogni fatiscente ricerca di una "soluzione dell' Arte"
concedo autonomia al mio corpo
...seminando chiavi...
...apro le mie porte al mio mondo...
...con la terra do colore al mio corpo...
...con il corpo do forma alle mie visioni...""

[Ivan Caponecchi]

***

Elsewhere Factory